venerdì 18 gennaio 2008

Alcuni giudizi sulla questione de La Sapienza

Tra le diverse ragioni che hanno determinato la mancata visita del papa alla Sapienza, – l’ennesima mistificazione fatta da illustri intellettuali e dai soliti noti sulle vere parole del papa, l’amplificazione mediatica della protesta di pochi professori e studenti violenti, la conseguente incapacità a garantire l’ordine pubblico nella capitale…–, quella ideologica è di particolare interesse perché è all& rsquo;origine di tutte le altre. …I fautori della “libera ricerca” ritengono che il papa possa parlare in una università, a patto di condividere la loro visione del mondo e delle cose e considerano un’inammissibile ingerenza quel richiamo ad allargare la ragione da lui richiesto a Ratisbona e ripetuto sempre nel discorso che avrebbe voluto pronunciare alla Sapienza: “Il pericolo del mondo occidentale – per parlare solo di questo – è oggi che l’uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità. E ciò significa allo stesso tempo che la ragione, alla fine, si piega davanti alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo”. …La ragione dell’opposizione ad un papa che nella sua vita non ha mai evitato il confronto con chiunque è il suo non as servimento a quel radicalismo relativista, scettico e materialista che ha già appiattito la vita della scienza e della cultura negli ultimi tre secoli. Non si tratta più di scienza: si tratta di ideologia, un sistema di idee che decide di evitare il confronto attribuendosi, in contraddizione con lo stesso relativismo sbandierato, il monopolio della verità e della moralità. …Oltre a rendere l’università italiana una “discarica ideologica” - come recita un volantino di Cl sull’argomento – questa posizione rappresenta l’alba di un nuovo inquietante stato etico intollerante e oppressivo.

[Giorgio Vittadini, La discarica ideologica dell’intolleranza – il Giornale 18-01-08]

La vergogna è un sentimento laico, oggi. Vergogna per il fatto che una minoranza laicista ignorante, intollerante, violenta è riuscita a togliere il diritto di parola a un filosofo e teologo accolto a braccia aperte nelle principali università di tutto il mondo, prima e dopo la sua elezione a Papa. Vergogna per il fatto che una grande Università europea, fondata da Bonifacio VIII nel quattordicesimo secolo, è stata degradata ulteriormente e addirittura abbassata sotto l’infimo rango che purtroppo è suo da molti anni, quello di epicentro dell’insolenza intellettuale, dell’idiosincrasia epidermica verso il confronto delle idee e delle culture, di una corsa irrazionalistica verso il vuoto nichilista nella forma della beceraggine, del dileggio, del linciaggio in effigie travestito da goliardismo e da anticlericalismo… in odio a un uomo mite, colto, sensibile , il professor Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, il cui pensiero è regolarmente travisato, per stupidità ideologica, da coloro che pretenderebbero per sé la palma del libero pensiero. …

[La vergogna della Sapienza – Il Foglio 16-01-08]

…Benedetto XVI ha preferito non recitare la parte dell’ospite sgradito. Ha preferito evitare allo Stato italiano la vergogna di dover difendere la sua presenza all’Università di Roma schierando i reparti antisommossa, e ha deciso di rinunciare alla sua visita. È una grande vittoria dei laici. …Hanno trionfato i grandi pedagoghi democratici che nei giorni scorsi, dall’alto della loro sapienza, avevano detto il fatto loro a Joseph Ratzinger definendolo una personalità «intellettualmente inconsistente». … Laicità? Sì, una laicità opportunista, nutrita di uno scientismo patetico, arrogante nella sua cieca radicalità.

[Ernesto Galli della Loggia, Una sconfitta del Paese – Corriere della Sera 16-01-08]


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