giovedì 22 maggio 2008

Sgreccia: «Raggiunto uno dei più bassi livelli etici»

Le decisioni britanniche hanno avuto larga eco nel dibattito politico e culturale del nostro Paese. Grande preoccupazione è stata espressa da monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia accademia della vita: «La creazione di embrioni ibridi umani-animali rappresenta uno dei più bassi livelli di eticità nel campo della bioetica – ha dichiarato in un’intervista a Radio Vaticana – e uno degli orrori che sempre hanno destato il rifiuto della moralità».

Sulle stesse posizioni il Centro di bioetica dell’Università Cattolica: «Il fatto che la Camera dei Comuni inglese abbia approvato la generazione di ibridi umani per la ricerca scientifica – si legge in una nota diffusa dal direttore, Adriano Pessina – segna l’incapacità della politica di governare la ricerca scientifica, mantenendo intatto il principio fondamentale che pone l’indisponi­bilità della vita umana». La «barbarie culturale di simile esperimenti» viene sottolineata anche dal professor Roberto Colombo, direttore del laboratorio di Biologia molecolare e genetica umana della Cattolica di Milano. Secondo il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella la ricerca sugli embrioni ibridi è poi «vecchia e inutile», superata dalla scoperta delle cellule riprogrammate mentre l’Associazione medici cattolici italiani ha sottoli neato come – pur nel pieno rispetto della sovranità del Regno Unito – sia necessario che della questione vengano investite il Parlamento e la Commissione europea perché pongano seri e precisi limiti. Perplessità e timori sono stati espressi, infine, anche dal premio Nobel Mario Capecchi: «C’è una linea che non va oltrepassata – ha spiegato lo scienziato, pur famoso per le sue scoperte nel campo delle staminali embrionali – ad esempio, nel campo della clonazione: credo che si debba stare attenti alla creazione di chimere e che non tutti i tipi di mani polazioni, per quanto possibili, siano di per sé leciti».

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