venerdì 10 ottobre 2008

Echi di Chesterton - Charles Péguy

Vogliamo presentarvi dei brani che secondo noi contengono degli accenti o echi del nostro Gilbert.
Che dicano quel che lui diceva, o che riprendano ciò che lui sosteneva, o che lo commentino.
Partiamo dal francese e suo contemporaneo Charles Péguy, di cui Hans Urs Von Balthasar disse che non si era mai parlato così cattolico.
Questo passo suona come un passo dell'Ortodossia chestertoniana.

"Non conosco nulla di cosi' bello in tutto il mondo, dice Dio. Come un bambinetto paffuto, ardito come un paggio, timido come un angelo, che dice venti volte buon giorno, venti volte buonasera saltando. E ridendo e scherzando. Una volta non gli basta. Ci mancherebbe. Non c'e' pericolo. Gli ci vuole, dire buongiorno e buonasera. Non ne hanno mai abbastanza. E' che per loro la ventesima volta e' come la prima. Loro contano come me. E' cosi' che io conto le ore. Ed e' per questo che tutta l'eternita' e che tutto il tempo e' (come) un istante nel cavo della mia mano".

Charles Péguy, Il Mistero dei Santi Innocenti

2 commenti:

Giova ha detto...

Chesterton e Peguy..non mi ricordo dove, Hannan Arendt sosteneva che Peguy e Chesterton erano gli unici due autori che apprezzava, perchè erano gli unici che avevano descritto con chiarezza le derive della modernità come mancanza di realismo..magari lo ritrovo..socio 102 (come si evince dal link che ho messo sul blog :D)

L'Uomo Vivo ha detto...

Guarda il post che ho messo or ora.
Grazie e ciao!