venerdì 16 gennaio 2009

Le donne cinesi contro la politica del figlio unico, desiderano più bambini


Fonti ufficiali indicano che 7 donne su 10 vogliono due o più figli. La politica del figlio unico sempre più ritenuta negativa per le famiglie e gli stessi bambini. Ma le autorità insistono che è necessaria.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – “Il 70,7% delle donne cinesi desidera avere due o più figli”. Il dato emerge dalle indagini della stessa Commissione nazionale per la pianificazione familiare (Cnpf), l’ente preposto al controllo del rigido divieto per le coppie cinesi di avere più di un figlio (possono averne due i residenti rurali e gli appartenenti alle minoranze etniche, come pure i genitori che a loro volta siano entrambi figli unici).

Jiang Fan, vicesegretario della Cnpf, ha spiegato ieri che “il dato è cresciuto di 7,6 punti dal 2001 al 2006” e che l’83% delle donne desidera avere almeno un maschio e una femmina. “Diverse madri – ha aggiunto - pensano che il figlio unico soffra di solitudine e possa crescere viziato”.

Il risultato è certo imbarazzante per le autorità, che hanno sempre cercato di accreditare la politica del figlio-unico come una consapevole scelta della gran parte della popolazione: infatti l’indagine è del 2006 ed è stata resa pubblica solo ieri.

Li Bin, ministro della Commissione, non indica tuttavia aperture e ripete che “la politica cinese di pianificazione familiare è [decisa a] sostegno dell’economia e della demografia del Paese”. L’obiettivo rimane limitare la popolazione a 1,36 miliardi per la fine del 2010.

Chi viola la politica è sanzionato con gravi pene pecuniarie e con discriminazioni sul lavoro. Più volte le autorità hanno anche costretto le donne ad abortire, specie in zone di provincia.

Questa politica, introdotta alla fine degli anni ’70, è stata criticata anche perché ha favorito aborti selettivi, per la preferenza delle famiglie verso un figlio maschio (nascono circa 107 maschi per 100 femmine). Ha causato un vero mutamento sociale, dalla famiglia estesa che ancora negli anni ’80 vedeva 3 o 4 generazioni convivere sotto lo stesso tetto, all’attuale famiglia nucleare. Il crollo demografico, peraltro, crea preoccupazione per la crescente mancanza di mano d’opera e per le previsioni di un limitato numero di giovani che dovranno sostenere un elevato numero di anziani, entro pochissimi decenni. Inoltre la politica ha colpito soprattutto i cittadini meno abbienti, dato che le sanzioni pecuniarie si sono spesso rivelate non deterrenti verso le famiglie ricche. La gran parte delle coppie ricche ha due figli e un 10% ne ha tre. Nei mesi scorsi ha suscitato scandalo la notizia che molti alti funzionari di partito hanno abusato della posizione per violare questo divieto.

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