martedì 8 settembre 2009

Papa Benedetto - La lezione di san Bonaventura: «Fede amica dell’intelligenza»

Da Avvenire

GIANNI C ARDINALE

Il giovane Joseph Ratzinger nei lontani anni Cinquanta studiò la teologia di san Bonaventura per la tesi che, seppure in modo sofferto, nel 1957 gli avrebbe spalancato le porte di una importante carriera accademica. Domeni ca pomeriggio il professore diventato Papa ha visitato il paese natio di quel dottore della Chiesa che fu oggetto dei suoi interessi scientifici. E Bagnoregio si è mostrata grata e riconoscente per quella che sembra essere la prima visita di un successore di Pietro in questo borgo dell’al to Lazio. Ma prima di recarsi a Bagnoregio Be­nedetto XVI ha terminato la parte viterbese del la sua visita pastorale con la visita al Santuario della Madonna della Quercia, alle porte del ca poluogo, per venerare la sacra immagine di quel­la che è la patrona della diocesi. E in questo luogo caro a tutti i viterbesi ha incontrato le mo­nache di clausura degli undici monasteri della diocesi. Dopo un breve saluto Benedetto XVI ha recitato una intensa preghiera alla Vergine in cui si chiede di mantenere «salda l’unità delle nostre famiglie oggi tanto minacciate da ogni parte » e di incoraggiare «chi lavora per costruire un mondo migliore, dove trionfi la giustizia e regni la fraternità».
Con in volo in elicottero di una manciata di minuti il Papa ha quindi raggiunto Bagnoregio e si è subito recato nella concattedrale di San Nicola per venerare il Santo Braccio, l’unica reliquia rimasta di san Bonaventura, il cui corpo –che era stato sepolto a Lione dove era morto nel 1274 mentre partecipava al Concilio – venne bruciato dagli ugonotti nel 1562. Nella piazza Sant’Agostino – che fu oggetto del la tesi di dottorato del giovane Ratzinger – si svolge l’incontro festoso con la cittadinanza. Parlano il vescovo Lorenzo Chiarinelli, che rievoca la storia dei rapporti tra il giovane teologo Ratzinger e la figura di San Bonaventura. «Oggi – dice Chiarinelli – quel giovane teologo è Benedetto XVI ed è qui ad incontrare 'la vita di Bonaventura da Bagnoregio' (cfr Dante, Paradiso, XII, 127 129, ndr ) e a farci partecipi della gioia di quel pri mo incontro, come a toccare le radici che hanno sostenuto Bonaventura 'nei grandi offici' (cfr sempre Dante, ndr ) e dalle quali è germogliato un messaggio di filosofo, di teologo, di france­scano, antico e sempre nuovo, messaggio di sa pienza, concentrato su Cristo, centro e cuore del l’universo, senso e compimento della storia». E parla il sindaco Francesco Bigiotti, che rievoca anche la figura di un altro bagnorese omonimo del doctor Seraphicus e cioè Bonaventura Tecchi, il germanista che nel 1952 fondò il Centro Studi Bonaventuriani. Alla fine prende la parola il Papa, che offre a tutti un rapido, ma profondo pro filo dell’illustre concittadino, «cercatore di Dio» e «cantore del creato». È l’ultimo atto di una vi sita pastorale che ha coinvolto la mente, il cuo re e i ricordi di quel giovane teologo che oggi siede sul Soglio di Pietro.

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