venerdì 15 aprile 2011

Un punto di vista sulle cosiddette DAT

THE DAT AFTER: ECCO COSA ACCADRA' SE LA LEGGE SUL TESTAMENTO BIOLOGICO VENISSE APPROVATA
Sei casi concreti che dimostrano come legalizzare le DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento) sia un tragico errore per chi ha a cuore la difesa della vita
di Mario Palmaro

"La legge sulle DAT è una buona legge. Come la legge 40 sulla fecondazione artificiale, e come la legge 194 sull'aborto". Sono in molti, all'interno del mondo cattolico e delle associazioni pro-life, a pensare che la legge sulle dichiarazioni anticipate sia un provvedimento necessario per impedire svariate forme di eutanasia. Fatta salva la buona fede di molti, purtroppo questa tesi è gravemente erronea. Verità e Vita ha spiegato da anni, con analisi molto dettagliate, per quali ragioni questa legge va nella direzione opposta alla difesa del diritto alla vita. Per dimostrarlo, abbiamo preparato una sorta di fiction a puntate - "The DAT After" – che affronta ogni volta un caso diverso, partendo da una simulazione: che la normativa in discussione sia stata effettivamente approvata e sia diventata una legge dello Stato italiano. Queste brevi storie  - che diffonderemo attraverso il web a partire dal 4 aprile -  dimostrano che, purtroppo, la legalizzazione delle DAT è una trappola colossale. 
Autore di queste "proiezioni sul futuro prossimo del morire in Italia"  non è stato un filosofo o un teorico del diritto, ma un magistrato. Dunque, una persona che conosce molto bene il diritto così com'è e come esso viene applicato nelle nostre aule giudiziarie. Speriamo che la lettura di questi brevi racconti possa aprire gli occhi a molte persone.
Per altro, noi siamo in grado fin da ora di ribadire una verità incontrovertibile: e cioè che, quando una norma introduce una breccia nella tutela della vita, deve essere giudicata con fermezza una "legge gravemente ingiusta". Le DAT non possono arginare la cultura dell'eutanasia, per la semplice ragione che il riconoscimento legale delle volontà non attuali della persona è un fatto intrinsecamente sbagliato e funzionale proprio alla sua eliminazione per ragioni pietose.  Come sappiamo bene -  e come dovrebbero sapere i molti cattolici che inneggiano alle DAT - ogni legge di compromesso su un tema non negoziabile è destinata ad allargare la (anche se minima) breccia che è stata aperta, fino a diventare una voragine.
Dall'analisi condotta dal magistrato Rocchi, vedremo che la legge contiene non soltanto una breccia, ma che assomiglia al pavimento di un vecchio castello, che nasconde decine di botole pronte ad aprirsi sotto i piedi del malcapitati visitatori. Botole che inghiottiranno malati che hanno scelto male il loro tutore, o che hanno scritto le DAT senza riflettere, o handicappati che le DAT non le hanno mai scritte. Botole che inghiottiranno tutte quelle anime candide che in queste ore stanno battendosi per l'approvazione della legge.
Ma, se anche i limiti posti dal legislatore fossero stati molto più ristretti, la norma sulle DAT produrrebbe ugualmente, nel giro di pochi anni, l'introduzione di fatto dell'eutanasia legale.  E' già avvenuto in tutti quei Paesi che hanno prima enfatizzato a dismisura la volontà del paziente, e poi si sono ritrovati a giustificare l'uccisione per motivi pietosi di malati che non l'avevano chiesta.

 
Fonte: Comitato Verità e Vita, 01/04/2011

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