giovedì 6 settembre 2012

Un aforisma al giorno (Ffinch, Brunelli, Blatchford Controversy)


Questo è un brano, sempre tratto dalla biografia di Ffinch, della famosa Blatchford Controversy, la controversia giornalistica che oppose GKC a Robert Blatchford sulla religione, sull'uomo e sul vero senso della ragione umana, totalmente inedita in italiano (signori editori, fatevi avanti! Noi siamo disponibili!).
E' la controversia con cui Chesterton manifestò per la prima volta le sue idee religiose, quindi importantissima, e che lo oppose a Blatchford, socialista utopistico che prima del suo riavvicinamento alla religione (ancora al cristianesimo anglicano: è una vicenda di cui abbiamo parlato da questo blog quando abbiamo parlato di Conrad Noel e di altri singolarissimi pastori della Chiesa Alta Anglicana) era considerato dal giovane Chesterton una sorta di maestro.

E' il brano famoso (spesso citato ma mai con la fonte) del soprannaturale e dell'innaturale.

Grazie a Padre Roberto Brunelli.

"Il problema è cosa sia normale nell’uomo o, più semplicemente, che cosa in lui sia umano. Alcuni, come Blatchford, vedono nell’esperienza religiosa dei secoli passati un fatto anormale, una morbosità giovanile, un incubo da cui l’uomo si sta gradualmente risvegliando; altri, come me, vedono invece nella moderna civil­tà razionalista un fatto anormale, il perdersi delle antiche facoltà umane di percezione dell’estasi nel febbrile cinismo delle città e dell’impero. Noi riteniamo che non solo l’uomo sia parte di Dio, ma che Dio sia parte dell’uomo, una cosa connessa con la sua natura, come il sesso. Noi diciamo che (alla luce della storia attuale) se si recide il soprannaturale ciò che resta è l’innaturale. Noi affermiamo che, proprio nelle epoche in cui l’uomo ha cre­duto nel soprannaturale, l’uomo è vissuto all’aperto, ha danza­to e raccontato storie intorno al fuoco. Noi diciamo che, pro­prio nelle epoche in cui l’uomo ha perso la fede, ci sono stati imperatori effemminati, gladiatori e poeti minori che hanno sfog­giato garofani verdi e cantato cose innominabili. Noi affermia­mo che, presa la storia dell’uomo nel suo complesso, le più sfre­nate fantasie della superstizione non sono nulla in confronto al­la fantasia del razionalismo".

Gilbert Keith Chesterton, Daily News, 12 dicembre 1903

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