venerdì 14 settembre 2012

Torniamo a fare uno dei nostri giochini: perché il metodo di padre Brown sarebbe un "esercizio religioso"?


Abbiamo ricevuto la mail che segue, una delle tante a cui cerchiamo di rispondere il più rapidamente e precisamente possibile (non sapete quante domande fate, lettori: edizioni antiche, spiegazioni di frasi, sedi esatte degli aforismi - questo spessissimo! -, attribuzioni a Chesterton di aforismi pronunciati o meno da lui, indirizzo di Casa Chesterton...). Questo ci ha sempre dato modo di sapere di più di Gilbert, di impegnare il meglio di noi in queste ricerche e di stare un po' in compagnia sua e vostra. Il tutto sempre bello ed istruttivo.

Siccome ci sembrava una bella domanda la vorremmo estendere a tutti i lettori del blog e ai frequentatori di Facebook e di Twitter. Un po' come quando chiedemmo qual era il caposaldo chestertoniano numero uno, o l'indovinello sul nome dell'asino e del cane di Chesterton, o chi aveva pronunciato una determinata frase su Chesterton e tante altre spettacolari e singolarissime tenzoni.

Allora, la domanda è quella che segue, la tenzone è aperta e si vince... una menzione specialissima sul blog come Grande Esegeta del Pensiero Chestertoniano (l'altro titolo che abbiamo ammannito e regalato da questa colonna è quello di Grande Detective Chestertoniano...).

Sempre perché è obbligatorio prendersi alla leggera.

Un grazie di cuore a Roberto Marchesini che ci dà la possibilità di misurarci con le parole di Chesterton, di farlo sul serio ma al tempo stesso di scherzarci e di divertirci insieme da buoni amici.


Gentili signori,

avrei una domanda per esperti.

Nel racconto intitolato "Il segreto di padre Brown" l'investigatore espone il suo metodo. Poi lo definisce "esercizio religioso".

Non capisco perché. Perchè "religioso"? Potreste illuminarmi?


Cordiali saluti,

Roberto Marchesini

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