lunedì 25 febbraio 2013

Tremende Bazzecole - da Tempi (la nostra Annalisa Teggi): Giacomo, 14 anni, ci ha lasciati (e la primavera pulsa sotto questa neve bianca)

http://www.tempi.it/blog/giacomo-14-anni-ci-ha-lasciati-e-la-primavera-pulsa-sotto-questa-neve-bianca#.USsvtKUQgTt

Qui di seguito un assaggio:


"Di quali grandi battaglie potremo fregiarci e inorgoglirci se quella battaglia che ciascuno gioca a tu per tu con la morte ci vede in ogni caso sconfitti? Questo lucidamente si chiedeva un re potente di nome Guthrum, che il signor Chesterton immaginò pensoso e triste proprio all’apice del suo successo come guerriero: nel poema La ballata del cavallo bianco, quel re vittorioso, che poteva vantarsi di un potere grande conquistato infliggendo la morte sul campo di battaglia a innumerevoli nemici, constatava infine di essere inerte di fronte a questo pensiero: «e una lacrima è già nel fiore più piccolo, perché ogni fiore, come il fiore di mare, ha l’odore salato della morte».
La vista può essere ingannata da questa fitta coltre che copre tutto, ma sotto di essa restano i boccioli, i germogli, i getti che io ho visto nel mio giardino. E c’è una voce che s’azzarda a rispondere a quel re triste e pensoso. Il signor Chesterton immaginò, in una delle sue poesie più celebri, di far parlare un bambino non ancora nato. Non c’era dietro nessuna battaglia sull’aborto, bensì qualcosa di più complessivo e vicino all’esperienza di tutti: era il tentativo di dar voce all’io di ciascuno di noi, immaginando che fosse solo e ancora il grido di chi dal buio desidera esistere, cioè essere tolto al vuoto del nulla. E quella voce bambina, che solo conosce l’oscurità del non essere, proclama infine: «meglio un’ora, e poter piangere e combattere, piuttosto che questo infinito vuoto a misurare l’impero della notte». Qualsiasi neve scenda sul nostro umano, sotto rimane questa primavera, per cui tutti sappiamo bene che gigantesco dono sia il darsi della vita. Per tutto il poco o tanto tempo in cui si dà, nel modo in cui si dà; meglio un’ora e poter piangere e combattere, piuttosto che l’infinito vuoto".

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