martedì 21 maggio 2013

Ancora a proposito di chestertonite - Il contributo di Giovanni Borghi


Gentili chestertoniani,

ho letto stamattina la lettera di Roberto a Marco riguardo al tipo di approccio da seguire nell'avvicinarsi a Gilbert, e sui dubbi che ne esista uno.
Immagino che chi a San Benedetto e' coinvolto nell'esperienza della scuola Chesterton abbia
un'idea di come raccontare Gilbert ai ragazzi. Ma io vorrei, col vostro permesso, aggiungere
un contributo (...) scrivendovi l'ordine in cui ho letto le sue opere, e azzardando una motivazione che sara' tanto fiacca quanto e' vero che sono stato guidato dal naso, piuttosto che dal ragionamento, nel decidere cosa leggere dopo Ortodossia.

Ho iniziato appunto da questa, come lettore solitario (gli altri chestertoniani che conosco li ho conosciuti tramite il blog), incuriosito da qualche citazione di Maurizio Blondet. Ho proseguito poi con la lettura dell'Uomo Eterno, proseguendo con vari saggi, poi Uomovivo, quindi San Francesco e San Tommaso, quindi l'Uomo che fu Giovedi, quindi Padre Brown. Leggendo Ortodossia mi e' sembrato di scorrere le pagine del diario di un nonno, che vedendomi crescere in un mondo sempre intellettualmente piu' confuso si fosse affrettato, prima di morire, a rispondere in anticipo a tutte le domande e incertezze che il contatto con la cultura del progresso mi avrebbe suscitato. Da universitario incallito credo di avere vissuto quasi solo in mezzo ai non credenti, e tutte le persone di maggiore cultura che conosco sono tali. Di conseguenza conoscere Gilbert e' stato conoscere uno con esperienze in un certo senso simili alla mia. Se dovessi dare un consiglio per avvicinare un adulto a Gilbert, io non avrei dubbi, malgrado possa sembrare un approccio un po' "drastico", a partire da Ortodossia e l'Uomo Eterno: credo che diano la chiave di lettura a tutti i romanzi e racconti, e sintetizzino i saggi, e scansino ogni equivoco sul tenore della poetica di Gilbert. Tra l'altro, si tratta di iniziare dai veri capolavori, per cui Gilbert non ha pari nel suo genere, cosi' come Michelangelo non ha pari nella scultura.

In un certo senso (solo cronologico), Ortodossia e l'Uomo Eterno potrebbero essere visti come un antidoto (metafora che insegna il blog) al Crepuscolo degli Idoli, e a Umano Troppo Umano di Nietzsche. Presi a gocce, proprio come un antidoto, e quindi in modo aforistico, proprio come proposti dal blog, suscitano la curiosita', che spinge alla lettura intera. Credo che, come gli altri suoi saggi, volerli leggere sistematicamente dall'inizio alla fine possa essere faticoso, non perche' siano noiosi, ma perche' sono densi di concetti saporiti e vividi come una cassata siciliana e' piena di zucchero e di canditi. E la cassata siciliana e' meglio mangiarla a piccole fette o ti causa il mal di testa.

A presto, spero al GK day,

Giovanni Borghi

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