martedì 22 luglio 2014

Uno degli ispiratori di Chesterton, George MacDonald

Ecco George MacDonald (1824 - 1905), una delle fonti di ispirazione del giovanissimo, anzi del bambino Chesterton.

Era figlio di contadini scozzesi calvinisti, anche se in realtà egli non approvò mai la dottrina della predestinazione dell'anima. Fu pastore ma con scarso successo, fu soprattutto scrittore. Visse a Bordighera per quasi venti anni e lì scrisse circa la metà dei suoi romanzi fantasy.
Qui fondò un luogo di incontro letterario, Casa Coraggio, Vi si tenevano spettacoli teatrali e letture di Dante, Shakespeare e di altri classici.
Ebbe otto figli, di cui quattro morirono in Italia, come pure la moglie.  Dopo la morte della moglie tornò in Inghilterra dove morì nel 1905 ma volle che le sue ceneri fossero riportate a Bordighera presso i suoi figli ancora vivi e pure alla tomba della cara moglie.
Gilbert disse che La principessa e i goblin fu il libro che «made a difference to my whole existence» (fece la differenza in tutta la mia vita). Da bambino delle elementari iniziò a scrivere piccoli raccontini volendo esplicitamente imitare lo stile dello scrittore scozzese. D'altronde Gilbert aveva sangue scozzese nelle sue vene grazie alla nonna Keith (il secondo nome di Gilbert fu imposto per ricordare la nonna, quella nonna che gli aveva insegnato tante favole e storie che lo segnarono indelebilmente, grazie a Dio: pensate che strade che scelse il Padre Eterno...) e si trattò semplicemente di riconoscere questo bel timbro.

L'influenza di MacDonald su Chesterton è ben nota qui in Italia tra i nostri amici chestertoniani: difatti il nostro vicepresidente Paolo Gulisano ha scritto la biografia dello scrittore scozzese (George MacDonald - Il maestro della fantasia, Editrice Il Cerchio) e l'amico Pietro Federico ha introdotto Al di là del vento del Nord per Raffaelli.

Anche altri autori come C. S. Lewis, J. R. R. Tolkien e W. H. Auden tributarono onore e gratitudine a MacDonald per gli stessi motivi del grande Gilbert.

Un grazie va anche a questi amici, ma pure a George MacDonald, che senza saperlo ci ha fatto un bel regalo.

Questo è un piccolo contributo per la migliore comprensione del nostro caro Gilbert.

Marco Sermarini

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