martedì 29 settembre 2015

Un aforisma al giorno (in vista della strenna natalizia...)

Shaw dice che di sicuro Calvino era nel giusto quando sosteneva che «dal momento in cui l'uomo nasce, è troppo tardi per dannarlo o per salvarlo». Questo è il segreto più profondo e sotterraneo, questa è l'ultima bugia dell'inferno. La differenza tra il Puritanesimo e il Cattolicesimo non riguarda l'attribuire sacralità o meno a certe parole o a certi gesti dei preti. Sta nel decidere se ogni parola e ogni gesto è decisivo e sacro. Qualsiasi gesto quotidiano è, per il cattolico, una scelta drammatica di servire la causa del bene o del male. Per il calvinista nessun gesto possiede questo tipo di solennità, perché riguardo alla persona che lo compie è già stato deciso tutto fin dall'eternità, e quindi a lei non resta che trovare il modo di riempire il proprio tempo fino al giorno del giudizio universale. La sottigliezza della differenza è più fine dei budini natalizi o dei teatrini domestici; la differenza è che, per un cristiano come me, questa breve vita terrena è intensamente spaventosa e preziosa; per un calvinista, come il signor Shaw ha confessato di essere, essa è un automatismo per nulla interessante. Per me questi settant'anni sono una battaglia. Per un calvinista che aderisce al Fabianesimo (per sua stessa ammissione) gli uomini sono solo una lunga processione di vincitori coronati d'alloro e di sconfitti in catene. Per me la vita sulla terra è lo spettacolo, per lui è l'epilogo.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

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